LA STORIA DI SARA

SARA – MAMMA

Gaia è una ragazzina solare, serena, molto estroversa che vive la vita come tutti i suoi coetanei. Ama stare con gli amici, le piace la musica, ha un grande amore per gli animali, una forte passione per la pallavolo e un pochino meno per la scuola. Non mancano un po’ di battibecchi con mamma e papà, dovuti alla sua età di quasi dodicenne e per il cellulare che tanto desidera e che non si sa quando le verrà concesso a quando non si sa.

Sono passati quattro anni da quel gennaio 2013, giunti al Pronto Soccorso del Policlinico San Matteo di Pavia per un’influenza un po’ più ostica del solito a guarire, per poi ritrovarsi con una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta. All’epoca Gaia aveva compiuto da pochi giorni sette anni. Leucemia, un nome che fa molta paura, fa mancare la terra sotto i piedi, e costringe le nostre menti a figurarsi gli scenari più brutti. Per noi, suoi genitori, furono attimi di terrore puro. Da quel gennaio 2013, si apre una parentesi – così come l’abbiamo chiamata noi – e inizia la nostra avventura nel mondo dell’oncoematologia pediatrica, un mondo di cui sapevamo l’esistenza, ma non che cosa significasse fino a quel momento. Gaia inizia la sua battaglia al quarto piano del Policlinico di Pavia e ben presto capiamo che richiede molte rinunce, dalle più banali, come mangiare una fetta di salame, all’andare a scuola, al frequentare i proprio amici, al praticare qualsiasi disciplina sportiva. Ed è qui che entrano in gioco quelli che per noi sono i nostri angeli. I nostri angeli cercano infatti in ogni modo di far vivere ai pazienti pediatrici una vita il più normale possibile nonostante la malattia. Ci viene comunicato che in reparto e in day hospital verrà fatto il corso di karate con l’associazione KKC (Kids Kicking Cancer) e noi accogliamo l’iniziativa con molto entusiasmo, perché crediamo che per questi giovani pazienti sia estremamente positivo il fatto di poter praticare una disciplina come fanno tutti i bambini, una disciplina che li aiuta in un momento così particolare, che li aiuta a sentirsi uguali e non diversi dagli altri. Gaia, credo sia stata una delle prime pazienti ad aver partecipato alle lezioni di karate. L’Associazione le aveva dato in dotazione il karategi e ogni lunedì la lezione era un appuntamento fisso che veniva praticato in reparto o nella palestra del day hospital.

Questa disciplina ha aiutato molto mia figlia. Gli hanno insegnato una tecnica di respirazione, di rilassamento in cui lei trovava sollievo nei momenti in cui la nausea, causata dai farmaci, non le dava tregua. Le è stata molto utile anche quando era a casa; sono certa che l’averla insegnata anche a me sia stato per lei molto motivante. In seguito, quando la malattia le ha permesso di riappropriarsi delle sue abitudini, Gaia è stata invitata da alcuni istruttori di KKC ad esibirsi con gli altri ragazzi, regalandole una grande emozione. Personalmente, mi sono informata tramite i media di questa associazione per capire come opera e per mano di chi è nata. Mi auguro che ogni reparto di oncoematologia pediatrica possa avere la fortuna che abbiamo avuto noi, e come mamma, non smetterò mai di ringraziare questi angeli che hanno regalato il loro tempo a mia figlia, aiutandola a star meglio e a farla sentire “normale”.